CARTA DI TREVISO PER UNA CULTURA DELL'INFANZIA
FNSI e Ordine dei giornalisti, al termine del convegno nazionale di studi organizzato a Treviso in collaborazione con Telefono Azzurro sul tema: "Da bambino a notizia: i giornalisti per una cultura dell'infanzia", propongono la seguente carta d'intenti: |
I giornalisti italiani nella convinzione che l'informazione debba
ispirarsi e rispettare i principi e i valori su cui si radica la nostra
Carta costituzionale ed in particolare:
il riconoscimento che valore supremo dell'esperienza statuale e
comunitaria è la persona umana con i suoi inviolabili diritti che
devono essere non solo garantiti ma anche sviluppati, aiutando ogni
essere umano a superare quelle condizioni negative che impediscono di
fatto il pieno esplicarsi della propria personalità;
l'impegno di tutta la Repubblica, nelle sue varie articolazioni
istituzionali e comunitarie, di proteggere l'infanzia e la gioventù per
attuare il diritto all'educazione ed un'adeguata crescita umana nonché
i principi ribaditi dalla Convenzione ONU del 1989 sui diritti del
bambino e in particolare:
- che il bambino deve crescere in un'atmosfera di comprensione e che
"per le sue necessità di sviluppo fisico e mentale ha bisogno di
particolari cure e assistenza"; - che in tutte le azioni riguardanti i bambini deve costituire
oggetto di primaria considerazione "il maggiore interesse del bambino"
e che perciò tutti gli altri interessi devono essere a questo
sacrificati; - che nessun bambino dovrà essere sottoposto a interferenze arbitrarie o illegali nella sua privacy, né ad illeciti attentati al suo onore e alla sua reputazione;
- che lo Stato deve incoraggiare lo sviluppo di appropriati
codici di condotta affinché il bambino sia protetto da informazioni e
materiali dannosi al suo benessere; - che gli Stati devono prendere appropriate misure
legislative, amministrative, sociali ed educative per proteggere i
bambini da qualsiasi forma di violenza, danno, abuso anche mentale,
sfruttamento;
consapevoli che il fondamentale diritto all'informazione può trovare
dei limiti quando venga in conflitto con diritti fondamentali delle
persone meritevoli di una tutela privilegiata e che, fermo restando il
diritto di cronaca in ordine ai fatti, va ricercato un bilanciamento
con il diritto del minore, in qualsiasi modo protagonista della
cronaca, ad una specifica tutela, richiamano le specifiche normative
previste dal Codice di procedura civile e dal Codice di procedura
penale per i minori. Quest'ultimo, all'art, 13 prescrive il «divieto
di pubblicare e divulgare con qualsiasi mezzo notizie o immagini idonee
a identificare il minore comunque coinvolto nel reato». Il nuovo Codice di procedura penale, all'art. 114, comma 6, vieta «la pubblicazione delle generalità e dell'immagine di minori testimoni, persone offese e danneggiate...».
Sulla base di queste premesse e delle norme deontologiche contenute
nell'art. 2 della legge istitutiva dell'Ordine professionale dei
giornalisti, ai fini di sviluppare un'informazione sui minori più
funzionale alla crescita di una cultura dell'infanzia e
dell'adolescenza nel nostro Paese; la FNSI e l'Ordine nazionale dei
giornalisti sottoscrivono, collaborazione con Telefono Azzurro, il seguente protocollo d'intesa:
a)
il rispetto per la persona del minore, sia come soggetto agente, sia
come vittima di un reato, richiede il mantenimento dell'anonimato nei
suoi confronti, il che implica la rinuncia a pubblicare elementi che
anche indirettamente possano comunque portare alla sua identificazione;
b)
la tutela della personalità del minore si estende anche - tenuta in
prudente considerazione la qualità della notizia e delle sue componenti
- a fatti che non siano specificamente reati (suicidio di minori,
questioni relative ad adozioni e affidamento, figli di genitori
carcerati, ecc.), in modo che sia tutelata la specificità del minore
come persona in divenire, prevalendo su tutto il suo interesse ad un
regolare processo di maturazione che potrebbe essere profondamente
disturbato o deviato da spettacolarizzazioni del suo caso di vita, da
clamorosi protagonismi o da fittizie identificazioni;
c) particolare
attenzione andrà posta per evitare possibili strumentalizzazioni da
parte degli adulti portati a rappresentare e a far prevalere
esclusivamente il proprio interesse;
d) per i casi ove manchi una
univoca disciplina giuridica, i mezzi di informazione devono farsi
carico della responsabilità di valutare se quanto vanno proponendo sia
davvero nell'interesse del minore;
e) se, nell'interesse del minore
- esempi possibili i casi di rapimento e di bambini scomparsi - si
ritiene opportuno la pubblicazione di dati personali e la divulgazione
di immagini, andrà comunque verificato il preventivo assenso dei
genitori e del giudice competente.
Ordine dei giornalisti e FNSI raccomandano ai direttori e a tutti i
redattori l'opportunità di aprire con i lettori un dialogo capace di
andare al di là della semplice informazione; sottolineando
l'opportunità che, in casi di soggetti deboli, l'informazione sia il
più possibile approfondita con un controllo incrociato delle fonti, con
l'apporto di esperti, privilegiando, ove possibile, servizi firmati e
in ogni caso in modo da assicurare un approccio al problema
dell'infanzia che non si limiti all'eccezionalità dei casi che fanno
clamore, ma che approfondisca - con inchieste, speciali, dibattiti - la
condizione del minore, e le sue difficoltà, nella quotidianità.
FNSI e l'Ordine dei giornalisti si impegnano, per le rispettive competenze
- ad individuare strumenti e occasioni che consentano una migliore cultura professionale;
- a prevedere che nei testi di preparazione all'esame
professionale un apposito capitolo sia dedicato ai modi di
rappresentazione dell'infanzia; - a invitare i Consigli regionali dell'Ordine dei giornalisti
e le Associazioni regionali di stampa ad organizzare assieme all'Unione
nazionale dei cronisti italiani seminari di studio sulla
rappresentazione dei soggetti deboli; - ad attivare un filo diretto con le varie professionalità
impegnate per una tutela e uno sviluppo del bambino e dell'adolescente; - a coinvolgere i soggetti istituzionali chiamati alla tutela dei minori;
- ad instaurare un rapporto di collaborazione stabile con
l'ufficio del Garante per la radiodiffusione e l'editoria, anche nel
quadro delle verifiche sui programmi attribuite al Garante della legge
sul sistema radiotelevisivo; - a prevedere, attraverso l'auspicabile collaborazione della
Federazione italiana degli Editori, una normativa specifica che
rifletta nel Contratto nazionale di lavoro giornalistico, l'impegno
comune a tutelare l'interesse dell'infanzia nel nostro Paese; - a richiamare i responsabili delle reti nazionali ad una
particolare attenzione ai diritti del minore anche nelle trasmissioni
di intrattenimento e pubblicitarie.
FNSI e Ordine dei giornalisti stabiliscono di costituire, in collaborazione con Telefono Azzurro,
insieme con le altre componenti del mondo della comunicazione che
vorranno aderire, un Comitato nazionale permanente di Garanti che possa
– sentiti anche costituendi gruppi di lavoro – tempestivamente fissare
indirizzi su singole problematiche, organizzare opportune verifiche di
ricerca e sottoporre agli organi di autodisciplina delle categorie
eventuali casi di violazione della deontologia professionale; tali casi
saranno esaminati su richiesta degli iscritti, su segnalazione dei
lettori, di propria iniziativa.
Treviso, 5 ottobre 1990
ORDINE DEI GIORNALISTI
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